Ormai l’abbiamo capito e gli ascolti lo confermano: il mondo della radiofonia italiana è trainato dal macro formato della radio di flusso. Interventi brevi creati per catturare l’attenzione discontinua di un pubblico conteso da molti competitori. Nei palinsesti si alternano canzoni, spazi informativi, brevi interviste, sondaggi e giochi. Insomma, il contenitore di intrattenimento è quello più diffuso. Se potessimo collocare la radio di flusso in uno spazio mentale dell’ascoltatore medio, la collocheremmo nella cosiddetta comfort zone, quella dove chi ascolta si sintonizza e sa cosa aspettarsi. Questo è certamente un punto di forza di questo formato, ma lo svantaggio è che le trasmissioni finiscono per assomigliarsi tutte, con l’unica distinzione data dalla personalità dei conduttori. In questo articolo vedremo come un programma radiofonico può stupire gli ascoltatori semplicemente affrontando un tema e offrendo un nuovo punto di vista, Paola Maugeri docet.
Cosa succede quando si esce dalla zona di comfort?
Partiamo dal semplice fatto che un’emittente radiofonica che si evolve, si aggiorna partorendo nuovi programmi e modi di relazionarsi col pubblico, è sicuramente un’emittente che stimola attivamente chi ascolta. E chi ascolta comincia a pensare, incalzato dal mezzo di comunicazione più personale che ci sia. Con la sua carica emotiva, la radio raggiunge sempre le corde più sensibili del suo pubblico. Una radio che fa pensare diventa così un grandissimo strumento sociale.
La parola chiave è osare, passare dal Make People Feel Better a qualcosa di vicino al fornire contenuti all’ascoltatore che possano essergli davvero utili o d’ispirazione nella vita. Si pensa maggiormente e consapevolmente al lifestyle del pubblico. Per fare tutto questo serve un po’ di coraggio, sia da parte degli editori che dei conduttori e dei giornalisti. In particolare, chi conduce un programma ha la possibilità di creare valore per la comunità trattando temi sociali, attuali. Il difficile, però, sta nel farlo in modo originale e non scontato.
Nella rosa dei contenuti più gettonati, dal gossip alla politica, dalla cucina agli aneddoti personali, la capacità di inventare qualcosa di nuovo è, per un’emittente, una caratteristica da non sottovalutare. A questo bisogna aggiungere una bella dose di creatività. Essere curiosi, audaci e intraprendenti è sempre un valore aggiunto. Ma per fare breccia nel cuore degli ascoltatori, il bravo conduttore parte dal personale, dalle emozioni. In una parola fa storytelling. Se però le radio nazionali guardano più ai numeri, chi ha la fortuna di lavorare in una radio locale può sfruttare proprio l’elemento creativo. Non è detto che si riveli sempre una carta vincente nell’ottica degli ascolti, ma vale la pena sfruttare la libertà che una radio di piccole dimensioni può concedere, se non altro per provare a spiccare tra le altre.
Perché possiamo imparare tanto da un programma come Paola is Virgin?
È presto detto. A 51 anni appena compiuti, Paola Maugeri è un perfetto esempio di conduttrice coraggiosa e consapevole. Non ha bisogno di presentazioni, soprattutto per le generazioni che guardavano Mtv seguendo le sue numerose interviste alle rockstar più in voga.
Tutte le mattine su Virgin Radio, la Signora del Rock lotta contro la tendenza di considerare la musica come intrattenimento piuttosto che come cultura. Una tendenza che di certo non arricchisce, e per trasformarla la Maugeri si prende carico di questa ambizione facendo la propria parte. Dall’annuncio del “pezzo da parcheggio” (momento radiofonico di alta intensità che gli ascoltatori aspettano come una Manna dal cielo) alla lettura delle biografie dei più grandi artisti, la voce appassionata di Paola si fa strumento di diffusione musicale, di cultura.
Perché Paola Maugeri legge le biografie dei grandi artisti della musica?
Perché è fermamente convinta che solo nelle pagine di un libro si trovi l’interezza, la profondità e l’intimità di un artista. Conoscere le vicissitudini di un genio della musica è fondamentale per tutti noi e per la nostra formazione musicale. E se questo non fosse già abbastanza coraggioso oggi, lei ne fa di cose ancora più audaci. Un esempio? Leggere la biografia di Wolfgang Amadeus Mozart in diretta.
Sì, avete letto bene. Ma Virgin Radio non era una radio rock? Cosa potrà mai interessare ad appassionati di questo genere, della vita e le opere di un genio della musica classica?
Beh, Paola Maugeri ci invita a considerare Mozart come la prima vera rockstar della storia. “Il bambino prodigio viaggiò moltissimo fin da piccolo, contrasse una lista infinta di malattie, frequentò personalità spregiudicate e geniali, si inserì nei circoli più esclusivi d’Europa e si ritrovò spesso in mezzo a disastri finanziari”. Ascoltando il podcast del programma scopriremo una figura collocata così distante nel tempo, ma così vicino a tante stelle del rock che siamo abituati a conoscere nel presente. Un uomo consumato dal talento, dagli eccessi di vita. E nonostante questo è considerato il più grande genio di tutti i tempi.
Ora ci pare di capire a pieno il nome del programma: Paola è vergine, e il suo modo di raccontare la musica è la linea che definisce i contenuti. Questo è il suo modo di osare alla radio, di essere coraggiosa, di arricchire gli ascoltatori. Quindi sì, si può far emergere nuovi punti di vista alla radio, alla portata di tutti. Basta solo sintonizzarsi sulla frequenza giusta.
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