Perché si dice che la radio è un’azienda?

Spesso e volentieri, anche all’interno del nostro blog, abbiamo più volte specificato che la radio è un’azienda, seppur non come le altre. Cosa significa questo? Che deve essere trattata come tale, sia da chi ci lavora sia da chi vorrebbe inviare la propria candidatura per farne parte.

Cosa significa che la radio è come un’azienda?

In base alla definizione della Treccani, un’azienda è un’organizzazione di persone e beni economici guidati dall’imprenditore per l’esercizio dell’attività d’impresa. La radio rientra perfettamente in questa definizione: c’è la manodopera (speaker, registi audio, giornalisti, direttori artistici), ci sono i servizi (trasmissioni radiofoniche, pubblicità, giornale radio) e, appunto, gli imprenditori che guidano l’impresa (editore).

Da questo punto di vista, quindi, abbiamo le specifiche tecniche per confermare che, sì, la radio è un’azienda vera e propria. Siamo di fronte a una macchina d’impresa che tiene traccia di numerosi comparti interni tipici di una consueta attività commerciale. Non li abbiamo citati ma, ovviamente, ci sono altri reparti che trovano posto (e confermano ulteriormente la nostra tesi), come le risorse umane e l’ufficio marketing.

La radio per i giovani

La radio è un’azienda che offre servizi

Come abbiamo detto precedentemente, l’impresa radiofonica offre numerosi servizi a diverse tipologie di protagonisti. In linea generale, abbiamo due fronti: da una parte, com’è ovvio, ci sono gli ascoltatori, che appunto godono del bene ultimo sfornato dall’azienda, cioè l’informazione, l’intrattenimento, i regali messi in palio dagli speaker e via discorrendo; dall’altra, poi, abbiamo gli inserzionisti, che scelgono la radio come mezzo ideale per pubblicizzare la propria realtà, i propri prodotti/servizi e, in certi casi, come cassa di risonanza per i propri eventi live.

Eventi live che, comunque, possono essere messi in piedi anche dalla stessa radio. Negli anni, infatti, abbiamo spesso assistito a kermesse estive e invernali che hanno raggiunto spiagge e monti di tutta Italia (e non solo). Un servizio che, in questo caso, mette in diretto contatto non solo la radio con il proprio pubblico, ma anche gli investitori con possibili consumatori.

La radio è un’azienda che crea posti di lavoro

Infine, creare un’azienda radiofonica significa dare vita a nuovi posti di lavoro: tra conduttori, registi, direttori e quant’altro, la radio contribuisce a generare un nuovo mercato, utile soprattutto alla società. Anche in questo caso, per essere selezionati come lavorati dell’impresa, bisognerà presentare un curriculum vitae da inviare e sperare in una chiamata.

Discorso un po’ diverso, invece, per lo speaker radiofonico, che si dovrà interfacciare con il direttore artistico, il quale dovrà ricevere anche una demo per poter valutare appieno le potenzialità del nuovo ‘impiegato’.

Consulenza Radiofonica, la professionalità On Air

Articolo di Angelo Andrea Vegliante

Torna in alto