Musica italiana in radio: dopo la polemica arriva la svolta dell’anno

Con il 2019 finito nell’archivio dei ricordi e a circa un mese dall’arrivo del nuovo anno, la musica italiana traccia un bilancio del suo passaggio.

È un passaggio che si riferisce alla radio, chiaramente, tra tormentoni estivi e ritornelli penetrati senza via di fuga nella testa delle persone.

Buongiorno Italia

“Buongiorno Italia con i tuoi artisti / con troppa America sui manifesti / con le canzoni, con amore / con il cuore / con più donne…”, così cantava Toto Cotugno nel 1983 in quello che è diventato un inno all’italianità anche all’estero. La citazione dei versi non è casuale, a partire dal primo: 100 sono gli artisti italiani che Earone ha pubblicato nella classifica che accoglie altrettante canzoni più trasmesse in radio nel 2019. Ce n’è per tutti i gusti e tempi: da Nek a Eros Ramazzotti, da Guè Pequeno a J-Ax, fino a Calcutta e Tiziano Ferro. Tra loro anche tanti – forse troppi – tormentoni che hanno trasformato una normale estate in un’estate da ricordare. Parliamo di Per un milione dei Boomdabash, Jambo con Giusy Ferreri, Mambo salentino con Alessandra Amoroso, Dove e quando di Benji e Fede. Intonarli tuttora non sarebbe affatto strano. È normale.

Troppa America?

Mahmood a Sanremo

Ricorderemo allora che un anno fa di questi tempi, a Festival di Sanremo concluso, divampò la polemica sul caso “musica italiana in radio”. Ad accendere il focolaio fu la proposta di legge lanciata dal Presidente della commissione Trasporti e telecomunicazioni della Camera Alessandro Morelli che prevedeva “almeno un terzo della loro programmazione giornaliera alla produzione musicale italiana, opera di autori e di artisti italiani e incisa e prodotta in Italia, distribuita in maniera omogenea durante le 24 ore di programmazione”. Niente di strano ma tutto sommato già presente, con la musica italiana che aveva un notevole spazio certificato dal pallottoliere che ogni editore ha tirato fuori dallo sgabuzzino. Insomma, una polemica generata dalla polemica. A farne le spese fu Mahmood, vincitore all’Ariston, “colpevole” di essere nato con un nome poco italiano.

Più donne

D’altronde e da tempo l’Italia sembra essere il paese dei battibecchi e non quello dei balocchi. E la polemica sull’italianità coinvolgerebbe anche le donne, le donne della musica. A questo proposito, nella Top 100 vincono le proposte musicali al maschile che conquistano 77 posizioni. E le donne? Soltanto 23 posizioni sono riservate ai brani proposti dal gentilsesso di cui la miglior piazzata è Elodie che, oltre al primo posto conquistato con i The Kolors con ‘Pensare male’, è in Top 10 con la sua ‘Margarita’. Meglio di lei soltanto Elisa, l’artista femminile più presente in classifica con 5 presenze. Tante anche le collaborazioni a più voci che rappresentano un nuovo modo per arrivare lontano. Una menzione va ai 19 brani che arrivano dai Talent, artisti che hanno calcato il palcoscenico in un talent show. Resistono inoltre i gruppi, presenti in 13 posizioni. Se non bastasse, tra i migliori 100, 59 sono stati certificati per le proprie vendite dalla FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) e 9 arrivano dall’ultima edizione del Festival di Sanremo di cui, la più trasmessa, è il tormentone dei Boomdabash.

Quanto è italiana la tua radio? Richiedi una consulenza per le radio

Già, quanto? Perché quella volta – quella volta in cui è divampata la polemica – diversi editori (soprattutto locali) hanno sentito un brivido lungo la schiena, un brivido italiano, e hanno dato mandato ai consulenti di intervenire sul palinsesto della radio affinché divenisse più “tricolore”. Detto fatto: le canzoni italiane – per quanto fossero già presenti – hanno trovato maggiore collocazione nel megaflusso straniero. Una scelta apprezzata dall’ascoltatore che, se non altro, non deve inventare parole al karaoke.

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