La musica per la radio, format a confronto: Adult vs Urban Contemporary

La parola chiave di oggi è Contemporary. La volta scorsa, invece, la nostra panoramica sui format musicali per le radio aveva preso in esame il CHR e il Classic Rock. Con l’obiettivo di allargare il nostro orizzonte, restiamo nel mondo dell’offerta musicale per la propria identità radiofonica. E, anche questa volta, metteremo due generi a confronto.

contemporary-consulenza-radiofonica-musica-radioAdult Contemporary

Riconosciuto con l’acronimo AC, l’Adult Contemporary è un format destinato ascoltato principalmente da individui con più di 30 anni d’eta. Per questo motivo, si tratta di un prodotto adulto e maturo, che abbraccia un vasto tipo di musica popolare, ed è per questo che non vi è un’identità musicale ben precisa o di nicchia. Le sue radici vengono riconosciute nel soft rock degli anni Settanta.

Come dicevamo poc’anzi, una radio che sceglie questa architettura irradia flussi musicali molto diffusi e noti alle orecchie degli ascoltatori. Al fine di raggiungere un pubblico più giovane, però, in anni recenti sono emersi dei sottogeneri di settore: Hot AC e Modern AC. Molto spesso, inoltre, l’Adult Contemporary si lega a un altro termine: il Middle of The Road (sintetizzato in MOR), un format radiofonico destinato a una fascia di età molto più avanzata.

Urban Contemporary

contemporary-adult-urban-consulenza-radiofonicaA differenza del precedente format, l’Urban Contemporary abbraccia una fascia demografica più ampia: i principali ascoltatori di radio di questo tipo, infatti, viaggiano dai 18 ai 34 anni d’età. Se volessimo fare un parallelismo, potremmo pensare a una sorta di “Classic Rock – Parte II”, in quanto, anche in questo caso, emerge un aspetto musicale ben definito. Di fatto, la playlist dell’Urban è composta da pezzi hip-hop, R&B, pop-rap, grime e musica caraibica (come la dancehall e il reggeaton). Principalmente, vengono irradiati gli artisti più famosi a livello discografico, quelli cioè che vendono di più. Ma vi sono anche casi in cui si dà spazio a sonorità degli anni Settanta e Ottanta.

Ed è proprio durante quegli anni che fu coniato il termine, precisamente da un dj di New York, Frankie Crocker. L’obiettivo? Indicare indicare una cultura associata alla musica afroamericana. Le aziende che scelgono questo format, infatti, sono prettamente diffuse in città con consistenti popolazioni afroamericane, trovando riscontro e senso di comunità con diversi artisti moderni (come Lil Wayne, Ludacris e John Legend).

Non è tutto qui

Ovviamente, il nostro articolo serve a dare un’infarinatura molto generale. Se dovessimo affrontare il discorso nel dettaglio, dovremmo rivolgerci a una casa editrice e pubblicare un libro. In questa sede, invece, ci serve delineare una mappatura esaustiva per capire, di volta in volta, come la scelta della musica sia nevralgica per la personalità della propria emittente. Se anche tu vuoi plasmare la tua identità sonora, noi di Consulenza Radiofonica abbiamo il servizio adatto: per saperne di più, contattaci.

Consulenza Radiofonica, la professionalità On Air

Articolo a cura di Angelo Andrea Vegliante

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