In questo periodo tante persone riscoprono la voglia e il piacere di leggere un libro. Immergersi in una storia è il modo più bello per evadere da casa e dalla routine, quando purtroppo non si può fare altrimenti. Se poi si tratta di un racconto che esprime emozioni, quelle vere, quelle che ci fanno sognare e allo stesso tempo sentire vivi, allora è proprio il caso di dire che un romanzo può salvarci.
“Una volta ancora” è il quinto lavoro letterario di Stefano Piccirillo, in uscita il prossimo 7 maggio nelle librerie. Conduttore radiofonico, doppiatore, docente di comunicazione e tanto altro, Stefano è anche un grande amante della vita e dei sentimenti, sia quelli che si possono provare per una donna, che quelli per un amico o per un radioascoltatore.
In una bella chiacchierata tra un impegno e l’altro, mi ha confidato il desiderio che questo libro possa essere letto al mare, in un parco pubblico, all’aria aperta, perché lui stesso lo definisce “una boccata d’aria”. “Una volta ancora” è un romanzo ricco di vita vissuta, che racconta di spazi e luoghi che rappresentano proprio il confronto con l’aria aperta. Questa ed altre riflessioni sulla vita, sull’amore e sull’amore per la radio, nella mia intervista a Stefano Piccirillo per Consulenza Radiofonica.
Una Volta Ancora è il tuo quinto romanzo. Da dove nasce l’esigenza di scrivere un nuovo libro?
Dalla vita e dalle esperienze emozionali che ho vissuto in questi anni. Dopo il mio ultimo libro, che risale al 2017, non stavo più pensando alla scrittura come un obiettivo. Amo scrivere ma non avevo intenzione di creare un nuovo romanzo. Poi l’editore Giulio Perrone, una persona che conosco da tanto tempo e con la quale c’è una stima reciproca, in un incontro nel 2018 mi chiese di lavorare insieme, così come aveva fatto altre volte in passato. Gli risposi che per scrivere avevo bisogno di due cose: l’ispirazione e la voglia di raccontare qualcosa che per me fosse importante da comunicare. Sono abituato a scrivere quello che vivo, naturalmente lo romanzo, ma mi calo esattamente nel racconto. Sono una persona molto emotiva, sensibile ed attenta, ma non per questo eccessivamente condizionata da tutto questo. Mi piace sentire le persone, provare l’empatia e trasmetterla. Queste sono le motivazioni che mi hanno spinto a scrivere “Una volta ancora”.
Qual è la storia raccontata nel romanzo?
È un libro che appartiene a tutti, indipendentemente dalla carta d’identità. È una storia d’amore che ho inventato ma che si basa su emozioni reali molto forti, su esperienze nel rapporto tra un uomo e una donna che appartengono a due categorie lavorative completamente differenti. Mi sono messo nei panni di me stesso in proiezione di una relazione amorosa e, per la prima volta in un romanzo, emerge la persona di Stefano al di là della radio. L’amore per la radio però c’è sempre, e c’è anche tanta musica. È la storia tra Stefano, il protagonista maschile che fa lo speaker radiofonico e Alessia, un avvocato, due mondi completamente diversi che si incontrano.
C’è tanta musica nel romanzo, ti riferisci anche al titolo?
Sì, “Una volta ancora” è anche la canzone di Fred De Palma e Ana Mena, che ho amato tantissimo. Ho scelto questo titolo perché per me una storia ideale ha il sapore di quella canzone, e sta anche a significare che “una volta ancora” nella vita hai la possibilità di innamorarti, di vivere una nuova alba, un nuovo tramonto. Finché si è vivi, c’è una possibilità di viversi, una volta ancora.
In una precedente intervista mi hai detto che quando sei davanti al microfono pensi a rivolgerti ad una persona cara. Quando scrivi, a chi ti rivolgi?
In questo caso ho immaginato di rivolgermi ad una persona che mi amasse, che mi volesse bene e alla quale io volessi bene altrettanto.
A Pippo Pelo invece hai affidato la prefazione del libro, come hai coinvolto il tuo collega di radio in questo progetto?
Sono una persona che ama molto la squadra, la comitiva. Pippo per me è molto più che un collega da 30 anni, è un punto di riferimento, un uomo al quale sono molto legato perché c’è un’empatia e una complicità particolare. Abbiamo vissuto tante fasi della radio insieme e anche quando ho lavorato per altre emittenti nazionali Pippo c’è sempre stato, come amico e come persona. Mi è venuto spontaneo rivolgermi a lui quando ho pensato ad una persona cara per scrivere la prefazione. Pippo conosce l’anima di Stefano molto bene, scrive delle cose su di me che non si sono mai dette.
Nella vita svolgi tante attività diverse, passi in modo naturale dall’essere speaker e conduttore a docente, autore di libri e tanto altro. C’è una sorta di filo conduttore in tutto quello che fai, che poi coincide con quello che sei…
Sì, il mio centro assoluto è la radio, tutte le altre attività che svolgo sono figlie del mio amore per lei. Questa è la risposta più bella e sincera che ti posso dare. Porto il mio amore per la radio quando scrivo un libro, quando insegno conduzione radiofonica o storia della musica, lo porto nei tempi, nei modi e negli approcci quando presento un evento o scrivo un pezzo sul giornale. Il passaggio naturale tra un’attività di comunicazione e l’altra ha un unico comune multiplo: la radio.
A proposito di sentimenti, ora che stiamo vivendo un periodo di distanza fisica tra le persone, che fine faranno le nostre emozioni? Pensi che cambierà il modo di vivere i rapporti?
Penso che si amplificherà la parola. Si amplificherà il sentimento di uno sguardo, di un “ti voglio” detto ad un metro di distanza. E nel momento in cui ne avremo la possibilità, forse saremo capaci di amare meglio.
In questo momento la radio ci rassicura, perché la distanza fisica tra conduttore e ascoltatore c’è sempre stata, ma la vicinanza emotiva si fa ancora più forte…
Assolutamente. I nostri ascoltatori sono stati i primi a capire, e non finirò mai di ringraziarli, che ancora di più in questo periodo dietro al microfono c’è una persona esattamente come loro, e che quella famosa differenza tra conduttore e ascoltatore non c’è mai stata. Per me il rapporto con chi ascolta è sempre stato paritario. In questo periodo le persone hanno testimoniato più volte il loro affetto nei miei confronti e in quelli di tutti i miei colleghi, hanno capito che il nostro lavoro è proteso a loro in termini di compagnia ed informazioni utili da dare. Hanno un essere umano completo al loro servizio, non soltanto uno speaker. Ed è esattamente così che noi consideriamo loro.
Quando la quarantena sarà finita, cosa vorrai fare una volta ancora?
Presentare un bellissimo programma alla radio ogni giorno come già faccio ed avere la possibilità di vedere da vicino le persone care, ma anche quelle nuove. Questo periodo ti permette di riflettere su chi sono i veri amici, sulle nuove persone della tua vita e su quelle che ci sono sempre state. Non vedo l’ora di vedere chi amo in modo migliore… una volta ancora.
Il 7 maggio “Una volta ancora” sarà disponibile nelle librerie, ma da qualche giorno è già possibile pre-ordinare il libro. Per farlo basta inviare una mail all’indirizzo gaiagiaccone@gmail.com con il proprio nome, cognome e indirizzo. Il libro arriverà direttamente a casa vostra con tanto di dedica personalizzata!