La prima caratteristica di Stefano Massa che emerge è la sua formazione piena di esperienze di vario tipo. Uno speaker che non si è mai fermato, sempre andato alla ricerca di nuovi stimoli. Tra cui quelli provenienti anche del mondo delle web radio, prima ancora di approdare nella famiglia di Radio Freccia. E allora la nostra chiacchierata inizia proprio da qui.
Ciao Stefano Massa. Quant’è stato formativo il tuo percorso nel mondo delle web radio per poi raggiungere la tua attuale posizione?
“È una scuola che però, sinceramente, non credo ti dia le basi. Quelli devi avercele. È una scuola che aiuta ad adattarti al mondo della radio, che ti dà la possibilità di adeguarti, di rilassarti e stare poi a tuo agio eventualmente se fai il salto in un network, ad esempio. Se fatta con le persone giuste, che ti seguono, che sanno fare questo mestiere, è ovviamente la cosa migliore che ti possa capitare”.
Stefano Massa, ho notato che tu hai un ampio background formativo, tra accademie e lavori nei villaggi turistici. Oggi si pensa che il talento scevra dalla formazione. Perciò ti chiedo: quant’è importante puntare sulla formazione per raggiungere determinati obiettivi lavorativi?
“Com’è che diceva la pubblicità che faceva Ronaldo? La potenza è il nulla senza il controllo? Ecco, questa in realtà è una metafora. Per arrivare a certi livelli, e sfruttare al meglio quello che è il talento, devi coltivarlo e devi aver fatto più esperienze possibili. Almeno è ciò che ho sempre pensato. Anche perché quando si è in radio, non si è veramente specializzati in qualcosa. Quindi, qualsiasi esperienza fatta nella nostra vita è sempre utile a qualsiasi cosa, soprattutto in radio. L’Accademia d’Arte Drammatica è stata utile anche per una questione di dizione e di articolazione: io sono pugliese, perciò avresti sentito il mio accento. Però le battute le faccio in pugliese, perché so gestire tranquillamente la dizione. L’animazione turistica ti allena ad avere una battuta sempre pronta, a stare in contatto con la gente, a sapere come la pensa magari su un determinato argomento. Ogni esperienza fatta nella nostra vita è utile per arrivare a un obiettivo che ci poniamo”.
Qual è il tuo approccio al microfono? Come affronti il panico da microfono?
“Io sono molto strano. Per prima cosa, devo stare da solo. Se non posso stare da solo, mi allontano, perché devo urlare. Mi devo sfogare da morire, butto fuori tutta l’aria che ho. E poi posso cominciare. È un rito che devo fare tutti i giorni. Ho avuto un regista l’anno scorso, d’estate, che non sapeva questa cosa qui. E io una volta gli ho praticamente urlato in faccia [ride]. Perché lì non potevo andare da nessun altra parte, non potevo restare da solo. Perciò gli ho urlato addosso e lui si è anche spaventato [ride]. Questo è il mio rito, poi quando accendo il microfono cambia tutto, sei a casa”.
Si accende il microfono e racconti le notizie. Qual è il modus operandi di Stefano Massa per coinvolgere il pubblico?
“Lessi una volta di una cosa scritta contro uno speaker, non mi ricordo chi però. Dissero, in pratica, che questo speaker ‘parlava alla gente come se stesse al bar’. Ed è esattamente quello che mi ha insegnato l’animazione turistica: il rapporto con le persone, la chiacchierata con l’amico. Può avere 10 o 90 anni, ma per me sarà sempre una persona che è lì fisicamente con me, davanti a una birra, una Coca Cola, a qualsiasi cosa. La radiofonia deve essere vicino all’ascoltatore, ed è un pensiero che io ho sposato a pieno. L’ascoltatore è con me a un bancone di un bar, usando un linguaggio giovane, usato tutti i giorni con le persone che ci circondano”.
A proposito di giovani, ci sono veramente tante persone che si stanno approcciando al mezzo della radiofonia. Stefano Massa, quale esperienza consiglieresti loro?
“Una delle cose che io non ho mai capito, credimi mai, è il sii te stesso. Quando si fanno i corsi per diventare speaker, ti insegnano determinate cose: le basi, a registrare una demo, che sono utilissime a livello tecnico. Il sii te stesso, però, è una di quelle frasi che non si capiscono mai, ma che è tutto in realtà. Il vero punto focale è la personalità, dire veramente che cosa ne pensi tu su un argomento: essere te stesso è questo. Non dire ciò che la persona vuole sentirsi dire, ma essere te stesso, quello che pensi e che diresti. Secondo me, la demo deve essere così, o comunque questo lavoro deve essere affrontato così. ‘Eh mai poi alcune radio ti mettono alcuni paletti’. Ok, ma tu resti quello, anche quella parola in più che usi ti contraddistingue dal resto della massa”.
Consulenza Radiofonica, la professionalità On Air
Intervista a Stefano Massa a cura di Angelo Andrea Vegliante
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