Che cos’è il simulcast e perché è importante per la radio

Con il termine simulcast o simulcasting indichiamo una trasmissione simultanea di programmi, dirette ed eventi attraverso più mezzi di comunicazione e/o più servizi allo stesso tempo. Attenzione: mezzi e/o servizi. Già perché l’incredibile evoluzione del web ha determinato una esponenziale liquidità di “dove” e “come” un messaggio può arrivare: oggi non ci sono più solamente la radio e la televisione, ma abbiamo anche i social, gli streaming e le nicchie delle nicchie, dove si riversa un pubblico sempre più diversificato e verticale. E bisogna tenerne in considerazione.

L’importanza del simulcast per la radio

Insomma, come abbiamo visto il simulcast è un modus operandi che permette a un “oggetto” di arrivare ovunque grazie a strumenti o servizi. Il mondo radiofonico non è esente da tutte le trasformazioni che stiamo vivendo da 20 anni a oggi: dobbiamo essere presenti ovunque (ovviamente, tenendo in considerazione la realtà del nostro progetto radiofonico). Comunque, la regola generale è quella, ma purtroppo ciò non accade praticamente mai, e il risultato è avere format radiofonici uguali tra loro seppure in emittenti diverse.

Avere una mentalità da “simulcast” è un valore aggiunto per un’azienda radiofonica, bisogna però capire in che modo vogliamo essere simulcasting. In base ad alcuni recenti dati, circa 4 milioni di ascoltatori sono da smartphone e pc, come come dalla televisione. Da questi numeri capiamo che la radio non è più intesa come “mezzo di comunicazione”, ma come concetto in grado di esporsi in ambiti fisicamente diversi dai consueti, adattandosi in maniera perfetta. Tutto ciò significa che dobbiamo pensare a una radio sempre più “esplosiva”, cioè in grado non solo di rivolgersi a un pubblico che la ascolta mentre si trova in macchina, bensì creando contenuti e palinsesti che possano adattarsi anche ad altre dimensioni.

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Esempi di simulcast per la tua radio

Ad esempio se sappiamo che la nostra azienda è ascoltata prevalentemente da telefono, bisogna muoversi di conseguenza: una buona idea sarebbe creare un’applicazione per smartphone e tablet, grazie alla quale il nostro pubblico non solo potrà fruire la radio, ma troverà contenuti extra, come articoli del blog, podcast e video divertenti.

Oppure, se sappiamo che una buona fetta del nostro pubblico ci guarda in televisione, cerchiamo di realizzare un ambiente consono per gli spettatori: studio visivamente confortevole e che rispecchi lo stile della radio, serpentone con le informazioni dell’ultima ora, grafica dei post pubblicati dalle persone che commentano la diretta e via discorrendo. Insomma, il simulcast deve aiutarci a pensare alla radio non più come a una scatola sonora, bensì deve essere interpretata come un concetto in grado di arrivare ovunque.

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Articolo di Angelo Andrea Vegliante

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