Creare un podcast richiede tempo, energie e progettualità. A lungo andare, il contesto italiano si accorgerà che si tratta di un vero e proprio mercato lavorativo, dove intercorrono vari attori e clienti che necessitano anche di una profonda tutela. Questo perché appunto, come in tanti altri contesti, la creatività richiede il suo impegno.
Tuttavia non tutti possono permettersi di dedicare molto tempo alla creazione di uno show incentrato sui podcast, e spesso trovano soluzioni alternative in scelte opinabili. Nel contesto radiofonico spesso notiamo intere dirette riversate e convertite in formato podcast (o detto con meno eleganza, buttate a casaccio). Ma è una strategia che può ripagare?
Diretta radiofonica trasformata in podcast: può funzionare?
Prima di rispondere alla domanda, è opportuno evidenziare un fatto. Quando negli Stati Uniti d’America il podcasting era una realtà capace di mostrare gli artigli, in Italia l’approccio iniziale al podcast era molto timido e impaurito, quasi come il mondo radiofonico vedesse questo settore come un pericolo.
Perciò, le prime forme ufficiali di podcasting italiano di cui abbiamo memoria sono file audio salvati sui siti della radio contenenti proprio pezzi di dirette, o anche l’intera diretta. Una scelta che, in parte, ha aiutato a fidelizzare gli ascoltatori all’emittente stessa, in quanto per molti è stato possibile recuperare un determinato momento dell’on air che non è stato possibile ascoltatore.
Tuttavia, si tratta di una strategia che può essere molto utile per realtà blasonate, probabilmente meno per radio locali o costruite sul web – con alcune eccezioni, come interviste esclusive a personaggi di spicco o argomenti di punta in un determinato momento. In linea generale, per emittenti meno note potrebbe essere utile un archivio pubblico con momenti salienti delle proprie dirette.
Questo però oggi non può essere definito podcasting, visto che parliamo di un settore totalmente differente dalla radio. I dati Ipsos 2022 hanno evidenziato che il podcast viene ascoltato principalmente per il tema trattato che per il carisma dell’oratore al microfono, un vero elemento che diversifica la radio, nata e cresciuta in Italia soprattutto grazie alla grande professionalità e intraprendenza di alcune voci che hanno saputo dare risalto al mezzo.
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Ciò significa altresì che, prodotti con base diverse, hanno necessariamente un pubblico diverso al quale rivolgersi. Insomma, se un prodotto è pensato con una linea editoriale, un target e una mission ben precisa, difficilmente potrà funzionare su una piattaforma diversa. Inoltre, teniamo conto anche del contesto di ascolto: il podcast è più adatto per un ascolto da smartphone!
E infine dobbiamo rammentare sempre l’intenzionalità con la quale ci interfacciamo in un determinato mondo. Se siamo una radio che non vuole dedicare progettualità al podcasting, allora useremo questo universo come semplice contenitore delle nostre dirette radiofoniche, che comunque possono essere convertite in podcast magari estrapolando le interviste condotte.
Se invece siamo una radio che vuole fare realmente podcasting, allora bisognerebbe ricalibrare le proprie intenzioni, in quanto la creazione del podcast richiede altre energie e altre modalità di lavoro che non sono proprie alla radiofonica: certo, ci sono punti di contatto, ma parliamo sempre di ambiti diversi.
Dunque, è possibile affermare che riversare una diretta radiofonica nel sistema podcasting potrebbe non avere senso in alcuni contesti, e che molto dipende dal modo in cui decidiamo di approcciarci a un determinato contesto lavorativo.
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