La radio, un medium tradizionale che ha accompagnato generazioni di ascoltatori, sta vivendo una fase di trasformazione sotto la spinta dei cambiamenti tecnologici e socio-culturali. Cambiano i gusti delle persone e, di conseguenza, il mezzo radiofonico si adatta.
Sarà capitato a tutti di ascoltare la radio e di cambiare stazione durante una canzone o durante un talk parlato. La domanda sorge spontanea:
I radioascoltatori preferiscono più la musica o il parlato?
Diversi formati radiofonici
Iniziamo col dire che esistono diversi tipi di formati radiofonici:
- Radio di programmi: il carisma e la personalità del conduttore sono al centro del progetto dell’azienda. A differenza della radio di flusso, gli interventi di chi va in onda possono essere lunghi anche diversi minuti.
- Radio di flusso: è il contrario della radio di programmi, in quanto si basa principalmente sulla trasmissione della musica, ‘relegando’ lo speaker a brevissimi interventi, a volte anche di pochissimi secondi.
- Radio solo musica: non ci sono voci di conduttori, ma solo musica.
- Talk radio: ci sono solo voci.
- Radio persona: c’è un unico conduttore all’interno dell’emittente, ogni ora, tutti i giorni.
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I cambiamenti del mercato europeo
Il mercato radiofonico europeo sta vivendo una fase di cambiamento analoga a quella osservata negli Stati Uniti dallo studio statunitense The Spoken Word Audio Report 2023 condotto dall’istituto Edison Research. Secondo tale studio, sebbene la musica sia sempre amata dai radioascoltatori, c’è sempre più un apprezzamento per il parlato al quale le persone si stanno abituando grazie ai podcast, fruibili in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo.
Le piattaforme di streaming audio on demand, infatti, hanno raggiunto una maturità tale da diventare concorrenti dirette delle radio tradizionali. Questo fenomeno ha portato a una crescente inclinazione degli ascoltatori europei verso i contenuti parlati, soprattutto tra le fasce di età più mature (40+), mentre i giovani preferiscono le soluzioni di streaming non radiofoniche.
“La radio di sola musica – ha affermato Giovanni Madaro, economista e CEO di Media Progress, società di analytics strategy in ambito radiotelevisivo che ha condotto un rapporto per capire le preferenze europee su musica e parlato in radio – soffre maggiormente la competizione delle piattaforme di streaming on demand, che offrono un’esperienza personalizzata e senza interruzioni. Di conseguenza, di fronte al crescente ascolto del parlato, i broadcaster stanno ampliando la loro offerta includendo più segmenti di talk show, notizie e approfondimenti per mantenere e attrarre il pubblico.”
Le stazioni radio europee stanno rispondendo a queste tendenze modificando la loro offerta. Ad esempio, la BBC ha intensificato l’integrazione di contenuti parlati sulle piattaforme digitali. Molte stazioni commerciali inglesi stanno aumentando i programmi di talk show per attirare un pubblico diversificato.
In Italia, invece, il format news & talk non è ancora così diffuso. Eccezioni note sono Radio 24, Radio Radicale, Radio Radio, Giornale Radio e Radio Popolare, con una propensione al parlato prevalentemente nelle fasce di palinsesto di alcune emittenti RAI e di Radio DeeJay.
Musica VS Parlato: perchè si preferisce di nuovo la voce?
Oltre a ciò, secondo la ricerca di Media Progress, c’è un crescente interesse per i contenuti parlati. In un’epoca caratterizzata da molta disinformazione e fake news, gli ascoltatori cercano fonti affidabili di notizie, come la radio.
Inoltre, le fasce d’eta che ascoltano maggiormente la radio in Europa sono tra i 40 e i 60 anni. Le persone più mature tendono a preferire contenuti parlati che offrono informazione e intrattenimento.
In definitiva, mentre le radio musicali continuano a godere di un buon seguito, la competizione delle piattaforme di streaming on demand ha spostato parte del pubblico verso queste ultime. Al contempo, le stazioni che offrono contenuti parlati stanno guadagnando terreno, soprattutto tra le fasce di età più mature che cercano informazioni affidabili e approfondimenti coinvolgenti.
Le preferenze degli ascoltatori sembrano dunque inclinarsi verso un equilibrio che include sia musica che parlato, ma con un crescente apprezzamento per quest’ultimo, guidato dalle esigenze di affidabilità, interazione e accessibilità che solo il contenuto parlato può offrire.