LoFi radio: fenomeno passeggero o ricerca di affermazione?

È abbastanza comune che, cercando una playlist di musica rilassante su Youtube, ci si imbatta in una radio LoFi. Si tratta di canali che trasmettono live h24 brani strumentali ripetitivi, strutturalmente molto semplici e, a livello visivo, si riconoscono dalle immagini fisse che ritraggono scene di anime giapponesi, la più nota è quella della ragazza cuffie alle orecchie e testa china, intenta a studiare.

A seconda dei giorni e dell’orario della giornata, a queste radio si connettono decine di migliaia di ascoltatori che le scelgono per riposare la mente o come sottofondo di altre attività, come studiare o lavorare. I più attivi interagiscono tra loro attraverso una chat che raccoglie perlopiù saluti e frasi non sempre attinenti al contesto. Ma come possiamo definire il genere trasmesso da queste radio e perché cresce l’interesse verso la musica LoFi?

Caratteristiche del genere LoFi

hip hop lofiIl termine LoFi è l’abbreviazione di low fidelity, letteralmente bassa fedeltà. Parliamo di sonorità povere, di scarsa qualità, catturate in fase di registrazione insieme a tutta una serie di imperfezioni, come rumori ambientali o disturbi sonori. La principale chiave estetica risiede proprio nella ricerca di un suono sporco, rovinato. Difficile capire se si tratta di una scelta obbligata, dettata dai mezzi a disposizione, o un’esigenza espressiva. Si capisce bene quindi come i contorni di questo genere risultino alquanto sfumati. Quello che è certo, è che la struttura dei brani trasmessi dalle radio lofi fa dell’omogeneità il proprio carattere fondante. Le melodie ossessive e i riff ripetitivi si rincorrono senza mai andare da nessuna parte.

Influenze e curiosità

j dillaDalle notizie che si trovano sul web, si legge che le sonorità di questo tipo di musica attingono al genio di J Dilla, dj e produttore tra i più innovativi nel panorama hip hop, che ci ha lasciati decisamente troppo presto. Forse un po’ azzardato come paragone, visto che i beat di Jay Dee sono un’esplosione di creatività, una continua sperimentazione che ha rivoluzionato le regole del mestiere e influenzato innumerevoli artisti suoi contemporanei e delle generazioni successive. Si può parlare però di un richiamo alla grande eredità del maestro almeno nel mood, visto che i pezzi LoFi si basano su beat hip hop lenti e sulle melodie del cool jazz.

L’aspetto particolare delle produzioni LoFi, è che in pochi casi queste si associano a nomi definiti di artisti o dj. Tantomeno si ricordano i titoli dei pezzi. I tanti pseudonimi che affollano il web passano quasi inosservati, se non fosse per una cerchia ristretta di artisti che hanno, come si dice, “spaccato l’Internet”. Tra questi Powfu con la sua Death Bed (Coffee For Your Head) partita da Tik Tok e diffusasi su tutti i social, o XXXTentacion e i suoi enormi successi, Jocelyn Flores (pezzo scelto per scrivere questo articolo) e Everybody Dies in Their Nightmare.

Italia e musica LoFi

Sebbene le nuove tendenze si sviluppino spesso più lentamente in Italia rispetto ad altri paesi musicalmente più ricettivi, anche da noi la musica LoFi non è soltanto musica d’atmosfera. A dimostrare che produrre LoFi music non è un semplice hobby, una piccola ma significativa scena italiana underground si sta muovendo con sempre più consapevolezza. Spulciando qua e là tra le ricerche di SoundCloud, ecco che spuntano nomi interessanti come Skivo, Tony Lattuga e Tesk, per citarne alcuni.

Verso una nuova frontiera delle produzioni audio

lofi musicSe guardiamo dunque oltre la cornice delle radio su YouTube, ci accorgiamo che la musica LoFi si affaccia sul mondo discografico come un modo di imporsi diverso. LoFi music potrebbe significare anche una risposta alle esigenze dell’ascoltatore moderno. Ecco perché milioni di giovani in tutto il mondo si ritrovano sempre di più in questo approccio musicale così chill e tecnicamente scarno. Rallentare, staccare la spina dal mondo e fermare la giostra. Prediligere l’ascolto di musica lenta, povera ma calda, vibrante come il suono analogico, per opporsi all’opulenza e alla frenesia della vita.

 

Articolo a Cura di Elisabetta De Falco per Consulenza Radiofonica – La Professionalità On Air!

 

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