Quelli della notte: i segreti del late show radiofonico

Il late show radiofonico si colloca in una fascia oraria particolare che ha bisogno di determinate attenzioni: come trattarla al meglio.

l'autoregia dello speaker radiofonico

Quando si spengono le luci, tu devi accenderle. Questo brevemente è il mantra di chi è chiamato a intrattenere il pubblico radiofonico nelle ore notturne: quando tutto si abbassa, lo speaker deve alzare il volume e captare l’interesse di chi è ancora sveglio o cerca compagnia. Il “popolo della notte” esiste ed è multiforme, diverso dal solito perché non è classificabile per target: possiamo trovare all’ascolto giovani, anziani, persino adolescenti che magari sono in piedi fino a tardi per ovvie ragioni. Lavoratori, mattinieri, che devono alzarsi presto o che fanno il turno di notte e staccano alle prime luci dell’alba.

Potremmo, volendo, imbatterci in una fetta eterogenea di ascoltatori con cui fare i conti. Allora il late show radiofonico deve ragionare leggermente fuori dagli schemi: blocchi un po’ più lunghi del solito, ma non troppo, per dare l’impressione di accompagnare con calma l’utente in un viaggio extrasensoriale a ore inedite. Dove tutto è più calmo, vigile e concreto.

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Il late show radiofonico: come valorizzarlo nelle produzioni radio

speaker radiofonico e autoregia

Nonostante si dovrebbero chiudere gli occhi. L’importante è tenere alta la soglia di attenzione: scaletta musicale con brani ad hoc, né troppo armoniosi, né poco ritmati. La hit, poi un successo vintage e poi il cult: questo potrebbe essere un esempio di rotazione musicale, all’interno della quale frapporre interventi brevi con aneddoti e curiosità. Nulla di troppo impegnativo rispetto alle altre ore del giorno: la notte si abbassano i freni inibitori, quindi l’ascoltatore ha bisogno di immediatezza, semplicità e un pizzico d’empatia. Fattori che potrebbero portarlo addirittura ad intervenire nel corso della trasmissione. Si possono addirittura affrontare tematiche particolarmente inusuali, dato che il pubblico dovrebbe essere in gran parte adulto.

Comunque appartenente a una sfera di rappresentanza consapevole e maggiormente avvezza a determinati argomenti più “irriverenti”. Lasciate spazio anche alle dediche o alle testimonianze, più di quanto non fareste abitualmente, perché il “popolo della notte” è abituato ad essere l’ultimo per menzione e considerazione. La radio può metterlo su un piedistallo che giova a chi ascolta e chi parla: proprio questa condivisione di suggestioni e paradigmi di confronto può far nascere ulteriori opportunità.

Ogni notte è diversa, ogni notte è unica. Anche on air

Blocco dopo blocco, dall’argomento di partenza si viaggia e si arriva a sviscerare un unicum: ogni passaggio avviene e si concretizza in modo fluido e armonioso. Senza ansie, turbamenti e soprattutto scadenze. Il late show è quello che chiude un giorno e ne apre un altro: questo raccordo, che può risultare particolarmente difficile da gestire, diventa un’opportunità se sappiamo cogliere le sensazioni che evoca lasciando andare le nostre certezze per mettersi in gioco di volta in volta azzardando un po’ di più. Tanto nella scaletta di partenza quanto nella resa on air bisogna essere pronti a mutare, cambiare in corso d’opera. Proprio come fa la notte, sembra sempre uguale nella sua diversità.

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