Il clock radiofonico è una struttura oraria che scandisce nel dettaglio i tempi dei contenuti di ogni programma. In particolare, ogni emittente basa la propria attività su questa scaletta ben definita (di solito rappresentato da un grafico circolare a spicchi).
Nessuna radio può prescindere da ciò, soprattutto perché scandisce al meglio i tempi che gli addetti ai lavori devono rispettare: un esempio sono le regole pubblicitarie, cioè la messa in onda dei cluster in un orario preciso concordato tra l’emittente e il cliente.
Esempio di clock radiofonico: quali sono gli elementi principali?
In primis la funzione del clock radiofonico permette a ogni diretta, differita e palinsesto di non ripetersi tra loro, evitando di ripetere gli stessi argomenti, tenendo sempre presente a che ora andrà in onda una nuova hit e quando bisogna lasciare spazio alla pubblicità o al giornale radio.
Bisogna sottolineare però che l’impianto creativo può differire a seconda dell’identità della realtà di riferimento, e dunque ogni realtà avrà un modo personale di costruire il clock. Generalmente, si definisce “clock” un grafico a torta che indica un’ora di programmazione radiofonica, all’interno del quale vengono inseriti tutti gli elementi che lo compongono. Vediamone alcuni.
Cluster
Si tratta del carrello pubblicitario, e generalmente viene posizionato all’inizio del clock radiofonico in quanto può risultare un elemento cardine per l’intero impianto. Un cluster è un treno pubblicitario, una serie di spot che sponsorizzano beni o servizi di altre aziende: per questo motivo si tratta di un oggetto sacro, in quanto gli inserzionisti hanno pagato per far sì che quel determinato spot andasse in onda nella fascia oraria richiesta.
Segnale orario e giornale radio
Entrambi possono andare di pari passo. Il segnale orario – molte volte annunciato dal conduttore in onda o che sta per andare in diretta – definisce l’inizio di un nuovo clock, quindi di una nuova ora di programmazione. A seguire, spesso viene inserito il giornale radio, con la redazione dedicata che dà le ultime notizie in circa 3 minuti (o anche meno).
Jingle
La radio non è la televisione, l’attenzione media di un ascoltatore è molto bassa. Ecco perché, durante il clock, è bene prevedere dei momenti in cui inserire il jingle che identifica la radio su cui si è sintonizzati: “Radio Deejay, one nation, one station”; “RTL 102.5, Very Normal People”; “Un successo del momento, un successo del passato, RAM Power 102.7”; e via discorrendo.
Musica
Un po’ sulla falsa riga del cluster, ma con imposizioni più leggere, anche la musica ha i suoi spazi ben definiti. La loro messa in onda dipende molto dall’identità radiofonica di un’emittente, ma ovviamente anche i suoi tempi sono sacri.
Talk
No, non ce lo siamo dimenticati. Tra gli elementi basilari vi è anche il momento in cui lo speaker accende il microfono e comincia una chiacchierata con gli ascoltatori. La sua durata dipende moltissimo dalla linea editoriale della realtà radiofonica di riferimento, ma rimane comunque un aspetto fondamentale per il clock, visto che può anche mutare prima di un cluster e di una nuova hit.
Leggi anche: Dove posizionare i cluster pubblicitari?
![esempio clock radiofonico](https://www.consulenzaradiofonica.com/wp-content/uploads/2018/08/esempio_clock_radiofonico-1170x780.jpg)
Quali sono le differenze tra i clock radiofonici?
Partendo da queste componenti, ogni radio costruisce il clock a seconda della propria mission. Questo fa sì che vi siano altri elementi da tenere in considerazione, che possono iper-caratterizzare ancora di più il famoso grafico di cui parlavamo all’inizio del pezzo. Per non essere troppo pretenziosi, faremo due classici esempi partendo dalla distinzione più famosa nell’ambiente.
Clock radiofonico di una radio di flusso
Piccolo ripasso: con radio di flusso intendiamo un palinsesto dedito alla musica, mentre i conduttori eseguono interventi brevi e fissati chirurgicamente all’interno del clock. I tempi sono studiati a menadito, e questo crea una sorta di ripetitività che rassicura l’ascoltatore. Perciò, ecco alcuni degli elementi che più di altri caratterizzano la struttura orario di una radio di flusso. Per questo motivo, al suo interno troveremo:
- Image ramp: lo speaker entra in diretta per annunciare, in brevissimo tempo, il nome della radio e qualche curiosità sulla canzone che sta per lanciare, accompagnato dal jingle dell’emittente;
- Teaser: si tratta dell’anticipazione di un qualcosa che avverrà successivamente a ciò che sta dicendo lo speaker. In pratica, è un espediente per trattenere l’ascoltatore sulla propria emittente (soprattutto se sta partendo la pubblicità), magari promettendo la vincita di premi molto intriganti;
- Music utility: utilizzando l’outro della canzone uscente e l’intro della canzone in entrata, lo speaker snocciola qualche curiosità in circa 30 secondi, senza dover mai accavallarsi sopra le voci dei cantanti.
Clock radiofonico di una radio di programmi
A differenza della precedente, nella radio di programmi gli spazi per gli speaker vengono raddoppiati, in alcuni casi triplicati, in quanto l’identità della propria emittente si basa sulle personalità delle voci che vanno in onda. Per questo motivo, i talk diventano più ampi e molti elementi vengono perciò abbandonati (la music utility è pressoché rara da trovare in questo tipo di clock). La pubblicità resta sempre un punto sacro, mentre le canzoni vengono ripartite in più slot di minor durata.
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