Lavorare in una grande realtà come Radio Deejay è un obiettivo di molte persone, un fascino radiofonico che Chicco Giuliani conosce molto bene: in onda nel weekend con Sarah Jane (leggi la nostra intervista) tra le 17 e le 19 con Megajay, il neo speaker di Via Massena è una sorpresa per l’etere italiano, che noi abbiamo voluto intervistare per conoscere più da vicino la sua personalità artistica e umana.
Ciao Chicco Giuliani, e benvenuto nel blog di Consulenza Radiofonica. Com’è nata la tua passione per la radio è quant’è stata lunga la tua gavetta?
Ciao ragazzi, e grazie per l’ospitalità. La mia passione per la radio credo sia nata praticamente con me: avrò avuto sì e no 9/10 anni, quando telefonavo alle radio locali della mia città per fare le prime “dediche e richieste”. Ero completamente rapito dalle voci dei dj. Già all’epoca, al di là delle mie canzoni preferite, la mia attenzione era sempre rivolta a ciò che avrebbe detto il dj tra un disco e l’altro, badavo sempre più alla voce che alla musica. Gavetta tantissima! Ma non me ne vergogno per nulla, la gavetta credo faccia parte di un percorso artistico molto personale, c’è chi ne fa meno e chi di più, quello che conta è il risultato finale E comunque, io rivendico il diritto alla gavetta! (Ride, ndr)
Hai studiato giurisprudenza, ma alla fine è stato il mondo della comunicazione e della musica a prevalere. Come mai questa scelta?
Diciamo che non c’è stato nemmeno bisogno di scegliere, dal momento che ho cominciato a fare radio e a vivere nel mondo della musica quando ero ancora al liceo, intorno ai 16 anni. Ho sempre avuto ben chiaro l’obiettivo. Da lì in poi non ho mai mollato questa mia passione anche se, avendo fatto il Classico, volevo comunque continuare l’iter di studi. Ho sempre portato avanti parallelamente lavoro (radio, musica e comunicazione) e studio, anche se sapevo fin da subito che avrei fatto questo mestiere e non avrei mai fatto nulla di attinente alla mia laurea. Anche se alla fine devo dire che invece, per molte altre cose che ho fatto in questi anni, parallelamente alla radio, mi è servita parecchio. Rifarei tutto, sia Liceo Classico, che Università.
A tuo avviso, oggi intraprendere un percorso radiofonico è più semplice o complesso rispetto al passato?
Non so, credo che intraprendere una qualunque “professione artistica” sia sempre molto complicato, in ogni momento storico. Questo vale anche per la radio. Forse oggi, quello che una volta facevano le radio locali, inteso come la possibilità di provare, sbagliare, riprovare e sperimentare, lo fanno le web radio. Alla fine non è cambiato molto.
Secondo te, quali sono i pregi e i difetti della radiofonia italiana attuale?
A mio avviso, l’ascoltatore ha tanta scelta. A pensarci bene, il panorama radiofonico italiano è abbastanza variegato, ogni radio ha la sua personalità e il suo pedigree. A ciascuno la sua. Credo piuttosto che la radio in generale, intesa come mezzo di comunicazione, goda di ottima salute, ed è questa la buona notizia per tutti noi. Cambieranno i tempi e i modi, ma la radio non morirà mai: potrà a sua volta rinnovarsi, adeguarsi al momento storico e cambiare pelle, ma non passerà . Alla faccia di chi la voleva morta e sepolta già anni addietro.
Attualmente sei speaker per Radio Deejay. Com’è lavorare in coppia con Sarah Jane e in un’ambiente come quello di Deejay?
Radio Deejay è la mia radio del cuore da sempre, da quando bigiavo la scuola per venire a Milano, in pellegrinaggio in Via Massena, e lavorarci è il mio sogno di una vita. Chi mi conosce un po’, lo sa bene. Dunque, come potrei risponderti? (Ride, ndr). Sono felicissimo di fare parte della squadra di Linus: a volte i sogni si realizzano per davvero! Essere qui e misurarmi con i migliori è uno stimolo continuo a crescere, a fare sempre meglio e a dare il mille per cento in ogni momento. Lavorare con coloro a cui ho sempre guardato come i miei modelli radiofonici è di continua ispirazione. In Sarah Jane, pur non conoscendoci per niente prima di questo percorso comune, ho trovato una partner radiofonica preziosa e brillante, una grande professionista e un’amica sincera. Ci divertiamo un sacco!
Se dovessi dare un consiglio a uno speaker emergente, quale sarebbe?
Quello di lavorare sodo, e quello di essere sempre se stessi, non banali, di metterci del proprio, e di sviluppare, se possibile, una propria “personalità radiofonica”. E poi, quello di saper ascoltare.
Quali sono i tuoi futuri obiettivi?
Non sarei sincero se ti dicessi che non mi piacerebbe essere in onda nel quotidiano su Deejay, in un prossimo futuro… D’altronde, non si parlava di sogni poco fa? (Ride, ndr)
Consulenza Radiofonica, la professionalità On Air
Intervista a cura di Angelo Andrea Vegliante
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